La santità della porta accanto

I SANTI DELLA PORTA ACCANTO

 

 

«  “Rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente.» Sono queste le parole con cui Papa Francesco inizia la sua ultima Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate, pubblicata il 9 di aprile e nella quale propone ai cristiani di tutto il mondo di tornare a riflettere, come aveva già fatto il Concilio Vaticano II, sulla possibilità della santità nel mondo di oggi. L’invito a non accontentarsi di una vita “mediocre, annacquata ed inconsistente” così come il richiamo al fatto che “siamo stati creati per la felicità” risuona, al solito, come una stonatura rispetto ad un mondo molto più  avvezzo ad altri richiami. Solitamente desideroso, come diceva un grande filosofo tedesco, di spingerci a godere di tutti i “piacerini quotidiani” che ci impantanano nella mediocrità per renderci, poi, dei perfetti consumatori o all’opposto di metterci al servizio di un etica del lavoro e della produzione, spesso trasformata in una nuova schiavitù. Papa Francesco in questo scritto, che non ho la pretesa neppure di sintetizzare, ci offre, invece, una sua via di grande modernità, tracciando un sentiero antico e nuovo che racchiude la stessa “pretesa” del Vangelo. Essere Buona Notizia per l’uomo di ogni tempo, senza nascondersi dietro a promesse illusorie, ma sollevando il cuore di chi ascolta verso nuovi orizzonti di fiducia e di speranza.

Tra i molti spunti presenti in questo scritto scelgo di fermarmi semplicemente su due, a mio parere, particolarmente importanti. Francesco ricorda a tutti i cristiani che:  « “Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità”. Il Signore, nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana» e dice ancora :<<Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”… La santità è il volto più bello della Chiesa. Ma anche fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto differenti, lo Spirito suscita «segni della sua presenza, che aiutano gli stessi discepoli di Cristo»

Santità in un popolo, quindi, santità quotidiana o “della porta accanto”, ma anche “fuori dalle porte della chiesa”. Una santità per tutti, quindi, come vero destino di ogni uomo che voglia tornare ad essere pienamente umano.

 

Don Augusto