Rimettersi in cammino da fratelli

Ogni esperienza di Chiesa corre continuamente il rischio di subire delle “riduzioni”. Di essere di volta in volta confusa con ciò che non è e non la rappresenta.  Alcuni, infatti, tendono a ridurre al Chiesa ad un’ONG (organizzazione Non Governativa ) che fornisce dei servizi: sacramentali, caritativi, ludici, educativi …

Altri la considerano un santuario dove poter gestire ciò che rimane delle dimensioni Sacre della propria vita, altri ancora, con uno sguardo spesso critico, una realtà con fini politici ed ideologici, una sorta di partito o una lobby di potere adeguatamente criptata e travestita, così da  apparire più bonaria e caritatevole …

Ciò che realmente è la Chiesa e quindi ogni comunità cristiana, è però detto bene negli Atti degli Apostoli.
Essi parlano della Comunità dei discepoli usando la parola “Odos”, la Via. La Chiesa è una via, un sentiero sul quale cammina un popolo, della gente che riconoscendosi nell’amore di Gesù cerca di vivere insieme questo stesso amore,  di coinvolgere altri in questo tipo di amore. I cristiani sono ben  cosciente che questa meta è tutt’altro che semplice. Essere fratelli in un mondo individualista, generosi in un mondo spesso egoista, puri di cuore in un  mondo  smodato nelle passioni è cosa ben difficile. Ma proprio la grandezza della meta, che richiede uno sforzo notevole e fa emergere tutte le fragilità di coloro che sono su questa via, è anche la grande ed affascinante sfida, ciò per cui può valer la pena di dare la vita stessa. Pellegrini che cercano fratelli, amanti della vita che confidano nella vita eterna, camminatori di una città che ha un bisogno assoluto di ritrovare la sua anima.

Don Augusto