Il cappellano del beccaria a San Galdino

Che con i ragazzi ci sapesse fare, l’abbiamo capito subito: parlava a quelli del gruppo adolescenti e del Tempo e poi e loro pendevano dalle sue labbra. E non è un fatto sorprendente visto che lui, cioè don Claudio Burgio, fa il cappellano nel carcere minorile Beccaria ed è responsabile di diverse comunità di recupero.

Nella sua testimonianza del dicembre scorso, don Burgio ha raccontato diverse storie: ad esempio quella di un ragazzo che, dopo due periodi di detenzione, ha iniziato un percorso di recupero con lui e adesso è un educatore nella sua comunità, studia all’università e ha portato la sua storia all’incontro preparatorio del Sinodo sui giovani. Il sacerdote ha provocato i ragazzi e si è lasciato provocare da loro: ha parlato con grande onestà anche delle esperienze più difficili, come quella di un giovane che dalla sua comunità è fuggito per andare a combattere con l’Isis. E ha risposto, a chi gli domandava se avesse mai paura, di averne avuta all’inizio e di non averne più, invitando i ragazzi a non fare mai scelte con il solo scopo di evitare i rischi.

Ma don Claudio non è venuto a fare un bilancio della sua efficienza, ragionando nell’ottica di successi e fallimenti. Piuttosto, ci ha mostrato che si può guardare anche a chi ha commesso il male con uno sguardo di amore, di rispetto per la sua libertà e dignità. Senza cadere nella trappola del buonismo, che non distingue il bene dal male, ma senza nemmeno credere che la giustizia sia solo vendetta e che da sole leggi e punizioni, sempre più severe, bastino a cambiare le persone. Uno sguardo che forse ci piace in teoria, ma che se siamo onesti con noi stessi sappiamo non appartenere alle nostre logiche e ai nostri istinti: ci basta immaginare qualche caso particolare e che ci coinvolga direttamente per riconoscerlo. Ma è lo stesso sguardo che ha il padre nella parabola del figliol prodigo, con cui i ragazzi del gruppo adolescenti si erano confrontati durante le settimane dedicate al tema della giustizia. E di cui tutti noi, che magari non abbiamo (ancora) commesso crimini, ma di certo abbiamo qualche peccato sulla coscienza, abbiamo profondamente bisogno.

 

Maria