La festa di San Galdino del 24 e 25 Settembre sarà anche l’ occasione per festeggiare una ricorrenza importante del Gruppo Scout Milano 30 che compie i suoi primi 40 anni.
Abbiamo rivolto qualche domanda ad alcuni dei capi del gruppo , raccogliendo informazioni sulla loro storia passata e sulle prospettive future.
Ecco le loro risposte.
40 anni di attività del gruppo Milano 30: quali i cambiamenti e la crescita della vita scout in questi anni?
In questi 40 anni sono cambiate molte cose.
Significativa è la scelta, ormai compiuta più di 10 anni fa, di trasferire il luogo di incontro dei più piccoli (branco, 8-12 anni) presso il parco Monluè, facendo vivere ai bambini l’esperienza di un contatto diretto con la natura, pur essendo a Milano, affrontando anche il freddo, la neve e la pioggia.
Il reparto (12-16 anni) e il clan (16-21 anni) hanno fatto, contemporaneamente, la scelta di rimanere presso la nostra sede a San Galdino.
Uno dei cambiamenti più grandi che il nostro gruppo ha vissuto negli ultimi anni è quello di fondare il “cerchio”, che come il branco, vede protagonisti i bambini dagli 8 ai 12 anni, ed è nato con l’obiettivo di creare sempre più spazio di accoglienza per i bambini e i ragazzi residenti presso le case popolari di via Salomone.
Che cosa ha rappresentato la presenza scout in parrocchia in questi anni e quali i legami in un percorso educativo religioso comune?
La nostra proposta Agesci è una proposta cattolica (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). Ogni anno, con l’aiuto del nostro assistente ecclesiastico, Don Emmanuele, pensiamo a un percorso di fede a misura di ragazzo e di bambino. Per farlo ci rifacciamo al nostro patto associativo e agli obiettivi che ogni quattro anni mettiamo per iscritto nel nostro progetto educativo, che la nostra associazione richiede ad ogni gruppo. Per citare il nostro patto associativo rispetto alla scelta cristiana: “Operiamo in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell’evangelizzazione e nella formazione cristiana delle giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale.[…] La Comunità̀ Capi propone in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità̀ che caratterizzano lo scautismo, l’annuncio di Cristo, perché́ anch’essi si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza. […] L’AGESCI si propone come associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l’unica occasione di ricevere un annuncio di fede.”
Con i ragazzi del reparto (12-16 anni) abbiamo deciso che il luogo di ritrovo settimanale sarebbe stato quello della nostra sede, una stanza presso l’oratorio di san Galdino. In questi ultimi anni, così come succedeva anche diverso tempo fa, partecipiamo, durante i nostri incontri, alla messa e grazie a don Augusto abbiamo provato a partecipare, a piccoli passi, in maniera più attiva, alla celebrazione dell’eucarestia.
Da ormai due anni, grazie al coinvolgimento di don Emmanuele, partecipiamo alla preghiera di Taizè assieme al gruppo giovani di San Galdino, che dopo anni torna a vivere anche qui.Benché la nostra sede ufficiale sia presso l’oratorio di san Galdino, la maggior parte dei ragazzi e bambini iscritti risiede nelle vie più vicine all’oratorio di san Nicolao. La nostra presenza sul territorio della parrocchia è andata crescendo anche nella speranza di riuscire a coinvolgere sempre più i residenti di questo territorio, ma non sempre questo è accaduto. Con gli anni abbiamo visto che l’oratorio di San Galdino sta vivendo una nuova nascita; siamo sicuri che questo accrescerà l’impatto sul territorio sia delle attività oratoriali che del nostro servizio educativo.
C’è ancora adesione e interesse per una proposta scout oggi?
Dopo un periodo di flessione nelle scrizioni verso la fine degl’anni 90, anche legata allo sforzo fatto di dare vita ad un nuovo gruppo “Mirazzano 1” (attivo nella zona di Peschiera Borromeo) le adesioni sono aumentate portando gli iscritti da circa 60 fino agli attuali 90 con un trend che negli anni ha continuato a crescere e che oggi ci porta a volte a non riuscire a soddisfare tutte le richieste di iscrizione.
L’interesse a questo tipo di proposta educativa è ancora, fortunatamente, molto alto. Il nostro gruppo conta ad oggi circa 30 bambini dagli 8 ai 12 anni, 25 ragazzi tra i 12 e i 16 anni e circa 15 ragazzi tra i 16 e i 21. Da aggiungere ci siamo noi capi, volontari. Abbiamo tra i 21 e i 35 anni. Alcuni di noi, la maggior parte, è uno scout dall’età di 8 anni e continua ad esserlo perché la proposta educativa scout è una proposta che difficilmente si trova in altri contesti educativi. Crediamo che i numeri, con gli anni, tenderanno a crescere.Noi educhiamo i ragazzi a divenire buoni cittadini del mondo, con le responsabilità e le fatiche che questo comporta. La vita in natura è il nostro luogo preferito per sperimentare ciò che la vita sarà pronta a porci davanti per metterci alla prova ogni giorno. Ciò che rende la proposta scout originale ed affascinante ancora oggi, a più di 100 anni dalla sua nascita, è una proposta incentrata sulla fusione virtuosa di diversi principi educativi come l’essere un metodo attivo, incentrato sui principi dell’autoeducazione, della coeducazione, della vita comunitaria e della vita all’aperto. A questi elementi, molte famiglie attribuiscono valore e per questo decidono di affidarci i loro figli.
Quali sono i vostri progetti e le prospettive future?
Quest’anno abbiamo terminato la produzione del nostro nuovo progetto educativo, nel quale ci poniamo un grosso obiettivo da qui a quattro anni: “creare un contesto che permetta ai ragazzi di crescere”, quindi creare relazioni tra capo e ragazzi, creare dei tempi regolari non opprimenti e spazi di ascolto in cui i bambini e i ragazzi possano vivere le esperienze proposte a pieno, affinché queste diano loro gli strumenti per crescere in maniera autonoma e positiva. Questo tipo di progetto si pone l’obiettivo di permettere ai ragazzi di conoscersi il più profondamente possibile, acquisire uno sguardo critico rispetto a ciò che li circonda e a ciò che troppo spesso si trovano a vivere passivamente. Per farlo utilizzeremo gli strumenti che il nostro metodo mette a disposizione, tenendo conto dell’età dei bambini o dei ragazzi a cui ci rivolgiamo.
Sono passati 40 anni dalla fondazione del nostro gruppo. Molte persone sono passate per di qua lasciando un segno, un ricordo, qualcosa…. Speriamo che il nostro intento educativo possa continuare a esistere nel Milano 30 attraverso i ragazzi che ora stanno crescendo e che un giorno, tramite una loro scelta, porterà loro a essere capi e portatori di valori e ideali che speriamo avremo trasmesso loro. Ci auguriamo che in futuro ci sia un legame sempre più stretto con la parrocchia ed il territorio.
Comunità capi Milano 30