Dai nostri Amici in Svezia: Valentina

Quando a fine marzo ho saputo di essere stata presa per un master di due anni in Human Ecology (politiche ambientali) all'università di Lund in Svezia, non riuscivo nemmeno ad immaginare come sarebbe stata la mia vita da agosto in poi. Ero felice, si! Finalmente il primo passo verso un grande sogno, eppure mi sembrava ancora tutto così lontano, così irreale…

Invece è stato tutto vero e, qualche giorno fa, ho festeggiato l'inizio del mio terzo mese quassù. Nel frattempo io e la Svezia siamo quasi diventate amiche. Quasi.

Vivo in una casa molto carina (dove le scarpe sono abolite e i mobili di legno chiaro dell’Ikea regnano sovrani…per davvero!) insieme ad una famiglia svedese e a un coinquilino spagnolo. Frequento l’università con compagni di corso da tutto il mondo e mi muovo su una bici rossa di seconda mano lungo infinite piste ciclabili, in mezzo al verde e a giovani papà che spingono i loro bimbi biondi nei passeggini. Il sentierino che porta a casa, fino a qualche settimana fa, era pieno di cespugli carichi di more e, a fine settembre, ho preparato una torta di mele raccogliendole direttamente dall’albero qui fuori in giardino.

Un bellissimo quadretto, penserete. Ed è tutto vero, ve lo assicuro! Eppure, parlando del rapporto con la mia cara Svezia, vi ricordo quel “quasi” iniziale che stona un po’.

Questo paesaggio idilliaco è costantemente velato da una fastidiosa pioggerellina grigia che rende sempre tutto bagnato e costringe a “sovra pantaloni”, giacca, copri-sella, copri-zaino, copri-“tutto” impermeabili. Il sole è sempre un po’ incerto e, se proprio decide di comparire, è accompagnato da un bel ventone gelido. Il clima scandinavo, purtroppo, non è una leggenda.

Gli svedesi, invece, non sono così “freddi” come noi italiani li immaginiamo. Nella maggior parte dei casi sono gentili e disponibili soprattutto se sei uno studente alle prime armi, perso e disorientato. Sono solo poco espressivi e poco inclini a dare davvero confidenza a chi non conoscono, tutto qui. A volte è davvero difficile interpretare i loro pensieri e le loro emozioni! Eppure, vi dirò, mi ci sto affezionando.

Andando oltre le descrizioni più o meno buffe e agli stereotipi, sto imparando a sentirmi a casa anche qui. Non è lo stesso, certo, e a volte vivere da soli tra gli impegni per l’università e le nuove attività, la spesa e le lavatrici non è affatto facile. Trasferirmi non è stata una decisione semplice, non lo è per nessuno dei miei coetanei che l’hanno fatto, lo stanno facendo e lo faranno. Però ho avuto questa opportunità– ringrazio infinitamente la mia famiglia per questo – e mi sono detta: “Provaci!”. Ho scelto un paese che credo possa allargare le mie possibilità per il futuro, dove l’università non si paga e le cose funzionano meglio che in Italia. Ho modo di studiare ciò che mi appassiona e di confrontarmi con ragazzi da tutto il mondo, di perfezionare l’inglese, di imparare a cavarmela da sola, sperando che tutto questo un giorno mi sarà utile.

Casa rimane Milano, il nostro quartiere, San Galdino. Io non sono così radicale e libera come alcuni dei miei compagni qui e non mi dispiace affatto provare a volte un po’ di nostalgia. Sto cercando, però, di costruire un mio ponte ideale tra l’Italia e la Svezia, lungo il quale poter andare avanti e indietro serenamente.

Mando a tutti un abbraccio e un saluto da qui.

Sentirete presto parlare di Lund! Papa Francesco sarà qui il 31 ottobre in occasione dell’incontro tra cattolici e luterani per ricordare il 500° anniversario della Riforma. Porterà il sole, me lo sento!

Valentina

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