La Realtà e le sfide delle famiglie

A causa di mancanza spazio nella Notizia di Novembre, riportiamo in formato completo l’articolo di Alessandro e Giovanna.

Il titolo qui riportato è quello del secondo capitolo dello scritto di Papa Francesco “Amoris Laetitia”, l’esortazione apostolica post-sinodale sull’amore nella famiglia, una raccolta di analisi e riflessioni derivate da uno sguardo sulla realtà delle famiglie di tutto il mondo, nel contesto della società attuale, eseguito dai Padri sinodali.

Questo secondo capitolo è stato il brano scelto per la riflessione ed attualizzazione del Gruppo Famiglie di San Galdino che ha ripreso l’attività domenica 23 ottobre.

Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa. Così inizia questo capitolo secondo dove la famiglia è stata considerata ed analizzata nella realtà moderna di un mondo in continua evoluzione  e rapido cambiamento, in una società che dà sempre meno supporto ed aiuto all’istituzione familiare e dove la famiglia tradizionale è sempre più rara. Inoltre, la crisi religiosa, l’allontanamento dai principi cristiani e l’indebolimento della fede e della pratica religiosa lascia le famiglie ancora più sole nell’affrontare le sfide quotidiane.

Questo fenomeno di sfaldamento della solidità dell’istituzione famiglia è visto come una delle cause della debolezza della società moderna e della leggerezza di valori che ne consegue. La famiglia è un bene di cui la società non può fare a meno ma che deve essere protetta non solo dalla Chiesa ma anche dalle istituzioni laiche.

La famiglia deve fare i conti con il ritmo rapido della vita, lo stress, l’organizzazione sociale e lavorativa precaria, che aiuta solamente l’insicurezza rendono difficili scelte durature e permanenti tra le quali, per prima, la creazione di una famiglia e il progetto di un matrimonio.

La forma “famiglia” passa sempre meno attraverso il matrimonio. Si fa famiglia non soltanto senza il matrimonio religioso, ma anche senza quello civile. Si sta insieme temporaneamente, finché dura, senza una progettualità sentita e vissuta fino in fondo. Si parte già un po’ sconfitti, accontentandosi del “carpe diem” e dell’immediato domani spesso arrendendosi alle prime difficoltà. Si cambia facilmente per noia o alla prime piccole difficoltà, si prova e si riprova ancora senza trovare mai nulla di concreto e di definitivo poiché mai si è partiti con quell’intento e con quella convinzione di costruire qualcosa per sempre.

Le statistiche ci dicono che i matrimoni continuano a diminuire, e non solo quelli cattolici, e che, in compenso, aumentano le separazioni, soprattutto quelle di coppie sposate da meno di 10 anni. Non è certo uno scenario incoraggiante.

La fragilità della famiglia deriva anche dall’individualismo crescente che prevale sull’idea di coppia o di piccola comunità fondata ed organizzata sull’aiuto reciproco, sulla procreazione, sull’educazione dei figli e sulla fede. L’insoddisfazione continua del singolo e la mancanza di valori forti porta a questo; non ho tempo di pensare a me, tutto il mio tempo è dedicato al lavoro ed ai figli, ora basta, voglio vivere per me stesso … Sono sicuramente pensieri che tutti hanno avuto… ma che senza una forte volontà, derivante dal credere nel progetto, e senza l’aiuto di una fede forte, portano al facile sfaldamento dell’unione.

Si scappa quindi, sempre di più, ma la ricerca di alternative quasi sempre dona una soddisfazione effimera e temporanea anche se dà sollievo e paventa l’idea di una vita più facile e spensierata. Ma sicuramente più vuota e superficiale. Come diceva mia nonna, tutto ciò che si ottiene facilmente, facilmente scompare e, aggiungo, lascia l’uomo ancora più solo.

La costruzione del “progetto di famiglia”, come ci piace definirlo, prevede molta fatica e sacrificio e molta costanza, ma pensiamo che ripaghi ampiamente con l’ottenimento di un risultato di amore, di fiducia, di relazioni forti, di aiuto, di sicurezza, di serenità, …

Difficile portare avanti un tale progetto umano e sociale senza amore, senza motivazioni profonde e senza l’aiuto della fede. La fede Cristiana aiuta a sostenere i componenti della famiglia nelle situazioni difficili, nelle cadute, nelle deviazioni, nei momenti di debolezza, che in tutte le famiglie capitano e che inevitabilmente minano le fondamenta costruite.

Per sostenere in questo modo il progetto di famiglia il matrimonio cristiano è fonte di consolidamento.

I cristiani sono chiamati maggiormente ad un senso di responsabilità verso il matrimonio anche vissuto come esempio positivo ed arrivare ad essere un modello da copiare e non da considerare antiquato e limitante, essere testimoni di vita e di valori per noi, per i nostri figli e per la comunità nella quale viviamo .

Sposarsi in chiesa per noi  non era un alternativa al matrimonio civile. Significava innanzitutto celebrare un sacramento. Cioè accettare ed impegnarsi a diventare strumento dell’amore di Dio tra gli uomini per tutta la vita, un’azione di Gesù compiuta dalla Chiesa attraverso la quale Gesù vuole continuare a dire agli uomini che Dio ama in modo totale, unico, tenero e fedele.

Il matrimonio cristiano è un sacramento, i Sacramenti sono segni misteriosi, cioè segni che rivelano il mistero di Dio, dicono che Dio ama, salva, vuole bene, perdona. Così noi lo abbiamo preso e così cerchiamo di viverlo tutti i giorni, tra le  mille difficoltà che tutti hanno.

La domanda che ci siamo posti è:  “perché ci siamo sposati”?

Perché intuivamo che tra noi poteva funzionare. Ma non è stato un esperimento, un provare tanto per… un “ma sì, proviamo a vedere come va…”. Quello forse c’è stato nelle nostre vite, forse prima, forse all’inizio, ma col matrimonio abbiamo deciso e promesso pubblicamente di donare la nostra vita all’altro, per costruire qualcosa insieme. Liberamente e volontariamente, ma con coscienza che sarà così per sempre.

E’ un progetto di vita e di amore, bisogna crederci anche quando sembra che stia crollando tutto.

In alcune situazioni bisogna fare finta di niente, dormirci sopra e ricominciare tutto il giorno dopo come se niente fosse.

Ma che è comunque una grande gioia trascorrere la vita insieme … Quando guardiamo i nostri bimbi, quando giochiamo tutti insieme, quando usciamo anche solo per una passeggiata, quando ci prepariamo per andare a scuola, quando facciamo colazione insieme la domenica, quando andiamo a messa, quando andiamo in vacanza o quando sempre tutti insieme stiamo con gli amici o con le altre famiglie … tutti i problemi diventano piccoli piccoli.

Rimane la consapevolezza che l’amore tra gli sposi e nella famiglia è l’immagine dell’amore con cui Dio ama e si dona e continua ad amare e a donarsi, rimane la consapevolezza di essere parte di un disegno più grande.

Siamo consapevoli che il mondo cambierà ancora più velocemente di adesso e che nuove forme di aggregazione e di relazione potranno presentarsi ai nostri figli, nuovi miraggi potranno allontanarli. Siamo però convinti che la nostra scelta di educarli alla fede cristiana vissuta in un ambiente che cerchi di portare avanti un esempio di amore, di rispetto, di fiducia, di tolleranza, sia forse la migliore strada percorribile.

Il matrimonio cattolico e la fede cristiana sono forti testimonianze per i nostri figli, considerato che sempre più bambini e ragazzi crescono senza fede e senza speranza, avendo in alternativa solamente i richiami di un mondo che raramente offre loro una spiritualità di forti valori.

Aiuta a educare i nostri figli ai valori del bene e dell’amore e ad essere loro stessi “portatori sani” e testimoni di questi valori, a prescindere da qualsiasi loro scelta futura.

Giovanna e Alessandro

La realtà delle famiglie